venerdì 30 dicembre 2011

Käsekuchen, variante con Panna Acida e Pasta Brisée



Tempo fa avevo inserito una ricetta della Käsekuchen e a parte che la fotografia era orrenda, ma l'ho rifatta per Natale e volevo dare una variante.

Per prima cosa non ho utilizzato la pasta sfoglia (quella va bene per le emergenze), ma la pasta brisé fatta in casa e la torta ne guadagna.
Poi ho utilizzato, al posto della panna da cucina, la panna acida che è molto più compatta. Secondo me il risultato è stato un ripieno molto più vaporoso e piacevole al palato, anche mangiandola a temperatura ambiente e senza accompagnamento.
La panna acida in questione io la trovo quasi esclusivamente nei discount (tranne alla Lidl, dove uno il minimo che si aspetta di trovare è proprio questo...).

La pasta brisée è stata fatta con 100 gr di burro freddo, 200 gr di farina, due cucchiai di zucchero, un cucchiaino raso di sale, 1 uovo e quattro cucchiai di acqua fredda. L'impasto va lavorato molto velocemente, per cui consiglio un robot da cucina piuttosto che le mani!
All'inizio "frullare" burro, farina, sale e zucchero, ne usciranno come delle grosse briciole, ma poi aggiungendo acqua e uovo l'impasto prenderà forma.
Far riposare un paio d'ore in frigo.
Io poi l'ho stesa direttamente sulla carta forno in modo molto sottile, tanto che me n'è bastata per uno stampo da 26-28 cm di diametro grazie anche alla sua elasticità (rispetto ad una tradizionale pasta frolla).

Per la farcia, basta solo sostituire la panna acida alla panna tradizionale.

venerdì 23 dicembre 2011

Vuoi Tartufi? di Cioccolato, ovviamente...


"Vuoi tartufi?" è la solita frase che ripete una signora che si incrocia a Bergamo, in prossimità del Tribunale, alternata quando è stagione a "Vuoi stelle alpine?".
Ed è anche la frase che vado ripetendo da qualche settimana, da quando mi sono messa in testa di regalare, oltre ai soliti biscotti, anche i tartufi ed ho iniziato a utilizzare chi bazzica nell'ufficio come cavia.
L'unica e ultima volta che li ho fatti ero con Giuly (detta l'Anonimo) e mi ricordo che erano di un pesante...motivo per cui tra le mille ricette ho preferito puntare su quelle con meno burro e più panna.

Ne ho preparati quattro tipi, in modo che ciascuno potesse scegliere quello più di suo gusto.
Il procedimento base è analogo in tutte le preparazioni: si fa sciogliere il cioccolato con l'altro ingrediente (panna o burro), si aromatizza con un liquore, si fa raffreddare e poi si procede alla formazione del tartufo vero e proprio. Si conclude con la copertura.

Il tutto sta nello scegliere il giusto abbinamento tra cioccolato, liquore e copertura, e nel trovare la giusta consistenza.
Con le dosi che vi indico si fanno circa 20-22 tartufi di dimensioni medie (non palline, non uova).

TARTUFI ALLE CASTAGNE
200 gr di purea di castagne
75 gr cioccolato fondente
50 gr burro
50 gr zucchero
un cucchiaio di liquore

Sciogliere il cioccolato con il burro, aggiungere poi la purea di castagne (va benissimo quella in vendita all'Esselunga nel reparto marmellate), lo zucchero ed il liquore. Visto che ai miei erano stati regalati dei marroni al rum ho deciso di utilizzare un cucchiaio di questo sciroppo di rum e zucchero per aromatizzarli. Mescolare, far raffreddare e poi, con l'aiuto di un cucchiaino (o di due se vi viene più semplice) formare delle palline giusto per creare già le porzioni del singolo tartufo e fare asciugare meglio l'impasto. Conservare in frigo e il giorno dopo, quando saranno ben fredde, prendere le singole palline, farle passare sul palmo della mano per dare una forma sferica e passarle poi nell'ingrediente scelto per la copertura.
Io ho optato per delle scaglie di cioccolato fondente, più che altro perché essendo i meno cioccolatosi ed avendo una consistenza molto morbida mi piaceva il contrasto con il "croccante" della scaglia di cioccolato. Potete vedere che aspetto hanno nella fotografia qui sopra.

TARTUFI AL CIOCCOLATO FONDENTE E COINTREAU
200 gr cioccolato fondente all'arancia
200 ml panna
30 gr burro
un cucchiaio di Cointreau

Qui si gioca facile! Basta sciogliere gli ingredienti e poi procedere come sopra (rafferddare, fare le palline, farle diventare solide e poi passare nel cacao amaro).
Ho provato anche a ricoprire i tartufi con cioccolato bianco grattugiato (vedi sempre foto sopra, sembra cocco, ma non lo è) e l'effetto è molto bello, ma francamente non è che c'entri molto...

TARTUFI AL CIOCCOLATO BIANCO E BAILEYS
180 gr cioccolato bianco
50 ml panna
75 ml burro
2 cucchiai di Baileys

Il cioccolato bianco è difficile da sciogliere nel senso che tende a cuocersi, quindi non abbiate fretta, fate sciogliere il tutto a bassa temperatura. Una volta pronti li ho ricoperti con granella di mandorle (vedi foto sotto), ma secondo me per questi va benissimo anche il cacao amaro. Eviterei codette e simili.
Questi sono i tartufi più delicati perché l'impasto è molto morbido, vuoi perché il cioccolato bianco è di per sé più grasso, vuoi perché c'è più burro, vuoi per il liquore...quindi consiglio di non esagerare con il Baileys, lasciar riposare l'impasto almeno due giorni e servirli appena tirati fuori dal frigo.

Quest'ultimo consiglio vale per tutte e tre le ricette, perché sono tutti tartufi morbidi e quindi anche se lasciati in frigo per giorni sono facili da mangiare, non diventano pietre. L'importante è tenerli chiusi in una scatola ermetica perché tendono ad assorbire gli odori del frigo, con risultati poco piacevoli.

Sono molto facili da fare e possono essere preparati in anticipo, anzi, meglio! Quindi se avete in programma di andare in visita a casa di qualche amico o parente a Natale o nei giorni successivi oggi è il momento giusto per iniziare la preparazione.

Ringrazio Vale che mi ha suggerito di aggiungere il Baileys ai tartufi bianchi...io non sapevo bene che aggiungere.
E quelli coperti di bianco della foto appena qui sotto sono al cioccolato al latte, Amaretto di Saronno e meringhe, ma non ho sotto mano la ricetta...e se non ricordo male non devo averla nemmeno seguita alla lettera...proverò a rifarli!




giovedì 22 dicembre 2011

Sali e Zuccheri Aromatizzati



Ecco uno dei pensierini che ho preparato per Natale, una cosa davvero semplice, anche se richiede un minimo di organizzazione, soprattutto per reperire le fialette (queste che vedete sono in vetro e con il tappo di sughero, quindi non hanno un aspetto ospedaliero, tutt'altro!).

Si possono comprare nei negozi di bomboniere, io ho sondato il terreno nelle settimane scorse, ma ho più che altro ricevuto inviti per la presentazione della nuova collezione della linea tal dei tali o rassicurazioni sul genere "venga pure in negozio, costano poco". Poco se devo regalarla agli invitati di un matrimonio, grazie tante!! Alla fine un negozio s'è sbottonato sul prezzo: 1,60 Euro l'una. Inutile dire che la proposta è stata cestinata..

Alla fine le ho acquistate online, pagando circa 17 euro per 24 fialette (cifra ragionevole, ne ho prese 12 in più di quanto preventivate perché mi possono sempre tornare utili, e ho ottimizzato le spese di spedizione). Le ho ricevute nel giro di un paio di giorni, tra l'altro.

Ho deciso di utilizzarle per regalare sali e zuccheri aromatizzati che ho preparato a casa.
Ho optato per due sali, uno al limone e l'altro alle erbe aromatiche, e due zuccheri, uno alla cannella e l'altro all'arancia, però si possono anche fare alla vaniglia, alla menta, al curry...
Bisogna solo acquistare un sale decente, avere possibilmente un mortaio ed il gioco è fatto...

Per il sale alle erbe ho preso salvia, maggiorana e rosmarino dal mio orto, ho lavato bene le erbe, le ho asciugate ancora meglio e le ho messe nel mortaio con il sale grosso iniziando a pestare. In questa fase non si riesce a sbriciolare bene la foglia, ma lo scopo è quello di fare uscire gli oli essenziali. Poi ho riposto il tutto in un vasetto chiuso per uno o due giorni. Trascorso questo tempo ho ripreso in mano il tutto, pestando nuovamente sale ed erbe per rendere la preparazione più fine, e ho lasciato stavolta in una ciotola in modo che perdesse l'eventuale umidità.

Procedimento analogo per il sale al limone, preparato utilizzando la scorza di un limone bio tolta con il rigalimoni che evita di prelevare anche la parte bianca.

Per gli zuccheri ho ovviamente saltato il passaggio del pestare con il mortaio visto che era giù zucchero fino. Forse sarebbe stato bene prendere dello zucchero grezzo, ma non so se avrebbe assorbito così bene l'aroma. Per quello alle arance, utilizzare arance con scorza grossa, da togliere con il rigalimoni e chiudere in barattolo con lo zucchero 24 ore, poi stendere su della pellicola o alluminio far asciugare bene, eliminando eventuali cristalli di zucchero più grandi che si creano con l'umidità.
Quello alla cannella è stato semplicemente un mescolare la cannella con lo zucchero, inserendo anche nella provetta un pezzo di stecca di cannella.

Non sarà sta gran cosa, ma mia sorella ha portato dalla Francia questa estate uno zucchero al cacao...ed i miei zuccheri non hanno nulla da invidiare a questo prodotto di negozio, anzi...non contengono né coloranti né aromi. Tutta natura!

Il sale al limone (che è molto, ma molto meno forte di quello fatto mettendo sotto sale le fette di limone, una delizia anche se puzza da paura) va benissimo con il pesce, quello alle erbe un po' dappertutto.

Se invece avete amici che amano le spezie, le provette sono molto belle anche per regalare curry, paprika, curcuma, noce moscata :-)

Per completare ho scritto il contenuto della fialetta su un cartoncino bianco che ho tinto caffè e pennello, ho praticato un buco con una forchetta da fondue :-) e poi fatto un paio di giri con uno spago grezzo. Una cosa semplice, ma ieri la persona a cui le ho regalate mi ha chiesto dove le avevo comprate!

mercoledì 21 dicembre 2011

Liquore al Cioccolato Fondente


Toc toc! C'è ancora qualcuno!??!
Che vergogna, ho lasciato questo povero blog a languire per mesi, e dire che non è che io non abbia cucinato, da aprile ad oggi...però ci sono dei momenti in cui si è in stanca e non si ha voglia di fare nulla, o non si ha tempo, o entrambe le cose, o non si fanno le foto...un mix micidiale.
Però ora -intendo dire proprio in questo momento, perché domani non so- sono tornata, sperando di dare a qualcuno uno spunto per un pensiero natalizio dell'ultimo minuto.

Quest'anno ho infatti deciso che avrei preparato un po' di cose fatte in casa da regalare ad amici e conoscenti. Infatti è da un bel pezzo che sono in ballo...prima la composta di cipolle rosse che ha fatto puzzare casa per un paio di giorni, fatta con mia sorella, poi il chutney di zucca che non ho la più pallida idea di come vada mangiato, ma mi piaceva tanto da vedere...passando per i biscotti natalizi, la crema di caramello, i tartufi in quattro versioni, sali e zuccheri aromatizzati da me, feta sott'olio e...quello che vedete in foto: il liquore al cioccolato!

A due persone lo regalerò insieme ad un assaggio di arancello speziato, ricetta che ho preso dal libro "Regali Golosi", nonostante sul libro medesimo mannaggia a lui mancasse la quantità di acqua da aggiungere. Ma questo ha bisogno di riposare e quindi se volete farlo fatelo per portarlo al Cenone di San Silvestro.

Il liquore di cioccolato, invece, è davvero sprint e sebbene piuttosto alcolico è piaciuto pure a me.
Avevo trovato la ricetta su un libro di casa, che poi non ho più recuperato, quindi ho preso una trovata su Mani Amore e Fantasia e ho fatto qualche modifica. Comunque in rete si trovano diverse ricette, con cacao al posto del cioccolato, con più o meno latte...per tutti i gusti...

INGREDIENTI per circa un litro
200 gr cioccolato fondente di buona qualità
500 gr zucchero
300 ml acqua
250 ml alcool 95°
200 ml latte
due cucchiai di cacao amaro

Non ho messo la vanillina, rispetto alla ricetta originale, perché mi sa tanto di chimico e non sapevo che effetto avrebbe fatto mettere la vaniglia intera, proverò la prossima volta. Ho messo meno alcool perché invece avevo trovato molte ricette con alcool a 90° e quindi temevo che fosse troppo forte. In effetti, appena fatto, mi faceva quasi mancare il fiato (ma io sono quasi astemia), mentre dopo una settimana, quando l'ho imbottigliato, mi pareva più amabile.

Il procedimento è molto semplice: far sciogliere il cioccolato con metà dell'acqua prevista, aggiungendo poi la restante acqua, il latte, il cacao (meglio se con il colino per evitare grumi) e lo zucchero mescolando bene in modo che lo zucchero (che è molto) si sciolga bene.
Togliere dal fuoco e una volta intiepidito aggiungere l'alcool e mescolare per amalgamare bene tutti gli ingredienti.
Io ho poi travasato il tutto in una bottiglia che ho riposto in frigo per una settimana, dandogli un'agitata ogni due tre giorni, presumo per smuovere lo zucchero!, e ho poi travasato il liquore, che ha una consistenza molto cremosa, in bottigliette.

Visto che il mio scopo era quello di far giusto assaggiare la mia opera prima, e visto che non volevo spendere più di bottiglie che di contenuto, ho deciso di utilizzare come contenitori le bottigliette del San Bitter, comprate e consumate proprio a questo scopo. Sono piccole (100 ml), carine e con tappo di sughero, cartoncino e spago acquistano un'aria quasi piacevole.

Aspetto poi i commenti sul liquore. Matteo s'è rifiutato di assaggiarlo, mentre le mie uniche cavie (amici dei miei genitori a cui ne ho offerto un avanzo) hanno apprezzato, spero non solo per buona educazione.



giovedì 14 aprile 2011

Muffins con lamponi e cioccolato bianco


La primavera è arrivata ed oggi in realtà sembra anche essere già andata via...fa fresco, quasi freddo, e nonostante abbia rispolverato (solo in senso metaforico perché è davvero sporca...) la mia bicicletta per inaugurare la stagione salutistica ancora sento il desiderio di accendere il forno.
E mangiare cose ipercaloriche come il cioccolato. Anche se in realtà 'sti muffins li ho proprio solo assaggiati, appena appena...

Complici due bei libri dedicati al cioccolato presi in biblioteca (ed uno ora anche ordinato su Amazon.it, sfruttando il 35% di sconto) ho dato fondo alla mia riserva di cioccolato ed ho anche sperimentato qualcosa con il cioccolato bianco.
Ecco come nascono questi muffins ai lamponi, abbinamento adorabile tra la dolcezza del cioccolato bianco e la naturale asprezza della frutta rossa.

Ho tratto la ricetta dal libro "L'abc del cioccolato" di Julie Andrieu, facendo qualche modifica dettata dalla mia pigrizia e dalle impressioni del momento.
Ovvero...ho preso dal freezer dei miei meno lamponi di quanti ne richiedeva la ricetta...e non sono tornata sui miei passi per aggiustare la dose. E poi l'impasto mi pareva troppo denso e avevo un barattolino di panna acida aperto da finire, nel frigo.

INGREDIENTI per (?) muffins
270 gr farina
175 gr zucchero
2 uova
80 ml olio
125 gr lamponi (anche surgelati)
80 gr cioccolato bianco
150 ml panna acida
2 cucchiaini di lievito per dolci

Per iniziare mescolare insieme gli elementi secchi, ovvero farina, zucchero e lievito (più un pizzico di sale). A parte sbattere le uova, aggiungere l'olio (essendo un po' tirata in fatto di olio credo di averne messo un pelo di meno) e la panna acida.
Unire le due tipologie di ingredienti mescolando velocemente e non troppo a lungo...si dice (ma io non ho verificato...forse mi escono sempre troppo compatti!??) che se si lavora troppo l'impasto dei muffins questi non vengano come dovrebbero, risultando troppo stopposi.
In ultimo unire all'impasto i lamponi e il cioccolato tritato.

Io ho utilizzato quelli surgelati ancora non del tutto ammorbiditi, e mescolandoli si sono spezzettati in modo eterogeneo lasciando inoltre delle belle strisce di color rosa acceso!

Preriscaldare il forno a 180° e riempire gli stampi per i muffins (nel mio caso quelli in silicone, di dimensioni medie) per circa i due terzi dell'altezza...io esagero sempre e poi vengono dolcetti dalle forme poco invitanti... :-)

Cuocere circa 15-20 minuti (dipende dal tipo di forno, da quanto esagerate nel riempire gli stampi...) verificando la cottura con il classico sistema dello stuzzicadente.
Circa la quantità anche qui dipende dagli stampi che avete a disposizione...a me ne sono venuti circa 12 di cui almeno 6 di dimensioni abnormi. Quindi se si rispettano le giusti dosi per ciascuno stampino saranno almeno 15-16.


lunedì 7 marzo 2011

Scones, Vero Comfort Food!


Ieri sembrava proprio che l'inverno fosse ormai finito: cielo azzurro, sole caldo, i bulbi che spuntano in giardino...
Ma per fortuna il freddo è ancora in agguato! Se non ci fosse il freddo che scusa ci si potrebbe inventare per passare un pomeriggio a mangiare cose ipercaloriche? Nulla!
Il freddo invece invita all'indulgenza, anche culinaria, e alla sperimentazione...se si sta chiusi in casa tanto vale accendere il forno e provare qualche ricetta nuova. E poi magari invitare le amiche a testare i risultati (in questo caso ho invitato i suoceri, ai tempi che furono, che come cavie valgono meno di zero...).

Proprio in quest'ottica del cucinare non perché bisogna mangiare, ma per puro sfizio avevo fatto, a gennaio, l'orange curd. E di conseguenza mi ero anche decisa a provare i famosi scones, come accompagnamento...scones che, ribadisco, non avevo mai mangiato prima non essendo mai stata in Inghilterra...

Avevo trovato online e su qualche rivista varie ricette nel corso degli anni, e alla fine ho scelto quella che vi propongo per stato di bisogno: era l'unica che non prevedeva uova.
Ora, non ricordo più da dove l'ho tratta (avendola cercata a casa appena preso nota degli ingredienti ho subito spento il computer, che lì si consuma anche a non far nulla...e poi quando serve non va più).
Quindi se qualcuno leggendo il seguito capisse l'origine della ricetta me lo segnali che a mia volta segnalerò, con piacere, il sito o blog da cui l'ho tratta.

INGREDIENTI
240 gr farina 00
10 gr lievito per dolci
30 gr zucchero
75 gr burro a temperatura ambiente
150 ml latte (che ho deciso di sostituire in parte con della panna acida che m'avanzava)

Fondamentale è lavorare l'impasto con il burro a temperatura ambiente, né liquido quindi, né troppo solido.
Una volta lavorato bene l'impasto dovrebbe uscirne una pasta tipo da pane molto elastica. Stenderla su un piano di lavoro infarinato alta circa un dito e poi ricavarne delle formine. Io per evitare di danneggiare il piano di legno ho utilizzato delle tazzine del caffè (quelle che aveva l'Ikea una volta, senza manico, di diametro di circa 3-4 cm).
Mettere gli scones su una teglia rivestita con carta da forno, spennellare la superficie eventualmente con latte e cuocere a 180 ° per circa 15 minuti.

Circa l'effetto finale c'è da fare un distinguo. Ho un forno da 90 cm e ho notato ahimè che purtroppo la cottura non è omogenea (forse dovrei provare col ventilato). Quindi gli scones che si trovavano nel centro del forno sono venuti benissimo, si sono alzati rimanendo dritti, mentre quelli ai lato parevano un poco sofferenti (come si vede nella foto!) e ingobbiti. Quelli brutti, ma buoni sono sempre i candidati a finire diritti in bocca alla cuoca, che peccato ;-D

Comunque ottimi, pieni di burro, ma ottimi!
E soprattutto facilissimi da fare visto che non necessitano di lievitazione, la pasta è pronta in dieci minuti massimo e si raffreddano abbastanza velocemente.
Da provare (e che fame...).

mercoledì 2 marzo 2011

Madeleines con Ricotta e Mandorle

Eravamo rimasti a che oggi vi avrei postato un'altra ricetta per le madeleines, quella che m'è venuta meno bella, ma più buona...eccola, senza foto però.

INGREDIENTI
1 limone
3 uova
120 gr ricotta
150 gr burro
5 cucchiai di latte
150 gr farina
1 cucchiaino raso di lievito per dolci
150 gr zucchero
40 gr mandorle in polvere

Non ci sono particolari precauzioni nella preparazione dell'impasto, basta seguire le solite procedure, ovvero: burro, zucchero, uova, poi aggiungere ricotta, latte ed in ultimo gli ingredienti secchi (farina, mandorle, lievito).
Lasciar riposare in frigorifero almeno un'ora, poi riempire gli stampi da madeleines. Vale qui lo stesso discorso fatto ieri, ovvero quelle fatte con una pasta più riposata son venute meglio!

Cuocere con il forno a temperatura massima per circa 5 minuti, poi abbassare a 180-200° e proseguire per altrettanti minuti.

Lasciar intiepidire, togliere dagli stampi e mangiare!

Volete qualche anticipazioni su quali altre ricette ci sono su questo libro (tra l'altro questo fine settimana ho intenzione di cimentarmi ancora in qualche variante)?
Tra le dolci...alla crema frangipane, ai fiori d'arancio, spezie e menta, all'arancia confit, al cappuccino, al miele, col cuore di Nutella, con mela, cannella e mandorla...
Tra quelle salate...cipolla e pancetta, chorizo e peperoni,noci e roquefort (qui scatta l'acquolina in bocca!), prosciutto e olive,pomodori secchi, mozzarella e basilico (idem!), albicocche secche e chevre...

Dai, andatelo a comprare anche voi ;-)
Lo trovate in libreria, in internet, un po' dappertutto. Ne vale davvero la pena. Prima però compratevi lo stampo, vedere tutto sto popò di roba e non poterlo preparare per mancanza di mezzi è davvero frustrante.



martedì 1 marzo 2011

Madeleines al Limone



No, porca miseria! Ho vinto un Bon Roll, se tengo fede a quanto detto a gennaio nei miei buoni propositi...spero di poter riguadagnare terreno con la ricetta di oggi! Per stavolta che dite, chiudiamo un occhio? ;-)

Dopo varie vicessitudini (libro sulle madeleines acquistato su Amazon.it arrivato con le pagine stampate al contrario, io che al massimo della mia presenza mentale ho restituito tramite posta il libro senza difetti che nel frattempo Amazon mi aveva spedito, segue restituzione di quello effettivamente difettato e ordine di nuovo libro visto che nel frattempo avevo restituito entrambi...) sono finalmente riuscita ad avere sia il libro in questione che uno stampo in silicone. Ho colto l'occasione visto che il libro che piaceva a me era in vendita a 12 Euro (o 14?) comprensivo di stampo e scatola di latta.

Va beh, questa estate ho fatto la schizzinosa ed in Francia mi son rifiutata di comprare lo stampo in silicone ed ora mi riduco persino a comprarlo online?
Ebbene sì, mi sono arresa alle siliconate ("se non ora, quando"?).
Battute politiche a parte, ora che ho stampo e ricette non resta altro che mettersi alla prova!

Ho fatto due tentativi. La prima ricetta che ho usato è tratta proprio dal libro della Pantaleoni, che ricordo trovate anche in italiano e che presenta madeleines sia dolci che salate. La seconda è un riadattamento di una trovata sul libro Regali Golosi del Cavoletto.

Per ora vi posto solo la seconda, essendo quella che ho poi fotografato, ma domani (mi farò un nodo al fazzoletto...sempre che io riesca poi a ritrovarlo) vi scriverò anche quella del libro francese. Perché...quella del Cavoletto ha portato a dei risultati estetici notevoli, madeleines come si deve, con la gobbetta bella gonfia. Ma la prima ricetta ha avuto un risultato gastronomico che ho preferito. Le madeleines risultavano più morbide e saporite, quelle di questo secondo giro mi son parse più stoppose, una volta raffreddate.
Meglio farle e mangiarle tiepide, con il the!

INGREDIENTI per 10 (io ho lo stampo grande)
120 gr farina
100 gr burro
2 uova
100 gr zucchero
1 cucchiaino scarso di lievito per dolci
scorza di un limone
una presa di sale

Prima di tutto vi dico le differenze con la ricetta originale. Questa prevedeva 30 gr di zucchero e 70 gr di miele, ma visto che ero distratta ho confuso zucchero con burro e mi sono accorta di aver versato sulle uova 100 gr di zucchero...pace, va bene uguale! Poi sostituiva alla scorza di limone quella di lime...non credo che ciò modifichi sostanzialmente la ricetta, anzi, si potrebbe anche utilizzare la scorza d'arancio, perché no! In ultimo si consigliava una punta di zenzero in polvere, che io ho messo, ma essendo zenzero dell'anteguerra credo che non si sia proprio sentito!

Amalgamare gli ingredienti sbattendo uova, zucchero e sale, aggiungendo poi la farina con il lievito ed il burro fatto fondere. Mescolare bene perché il burro, che in effetti è tanto, fa un po' fatica ad unirsi agli altri ingredienti. Completare aggiungendo la scorza di limone grattugiata.
L'impasto va fatto riposare un paio d'ore in frigorifero. In effetti quando ho fatto il tentativo numero uno le madeleines che ho fatto a distanza di un'ora dalla preparazione dell'impasto (così diceva il libro) si sono gonfiate poco, mentre quelle fatte il giorno dopo erano indubbiamente più belle.
Quindi se avete pazienza potete preparare l'impasto la sera ed infornarle il giorno dopo!

Versare il composto (che risulta piuttosto solido) negli stampi da madeleines. Io ne ho messo all'incirca quanto ce ne stava per riempire ogni spazio, meglio un pelo meno che troppo, che se no rischia di uscire dal bordo e attaccarsi alla madeleine in parte!
Cuocere 5 minuti in forno alla potenza massima (durante questa fase l'impasto diventerà più "liquido" e andrà a distribuirsi per bene nella formina, iniziando poi a solidificarsi) e poi abbassare a 180° per altri 5 minuti circa.
Le mie non sono venute particolarmente scure sotto, quindi ho preso per buono il fatto che il sopra risultasse dorato e solido quindi magari date una tastatina.

Togliere dal forno, lasciar intiepidire. Lo stampo di silicone fa sì che escano senza problemi, non se n'è rotta nemmeno una!
E poi mangiare appena tiepide...meglio ancora se con una tazza di the e qualche amica. O da sole sul divano mentre si sfoglia un bel libro. O a colazione pucciate nel latte...


martedì 8 febbraio 2011

Acquisti per la Cucina...e per la Tazza!


In realtà non ho alcuna ricetta, oggi, visto che ho lasciato a casa per l'ennesima volta le dosi degli scones, ma volevo farvi partecipi dei miei ultimi acquisti e dare qualche suggerimento per chi abita nelle mie zone.

Stamattina sono stata in un Outlet del Kasalingo (aborro l'abuso della kappa...), a Bergamo in via Tiraboschi, e ne sono uscita con un pacco di prodotti Tescoma. Insomma, gli sconti andavano dal 25% al 49% (si, 49, non 50...) e visto che a Natale ho regalato a mia sorella un cesto con vari prodotti Tescoma, che a quanto pare ha apprezzato (ed integrato) ecco, ho comprato qualcosa anche per me.

Cose indispensabili, ovviamente. Come gli stampini, che poi non sono proprio stampini, sembrano tagliole per volpi, per fare i ravioli. Li ho visti da mia sorella, ho anche visto (e mangiato) il risultato e credo siano un valido aiuto per fare i ravioli, che mi piacciono, ma mi fanno perdere un'eternità di tempo.
Poi ho preso la siringa per decorare. Ho già il (la?) sac à poche con cui litigo ogni volta che lo (la?) uso, questo sistema mi pare più pratico e meno sporchevole.
Da regalare alla sorella (così prima la testa lei, poi al massimo la compro anche io) la carta da forno riutilizzabile. Io di solito la riutilizzo un paio di volte, però questa, essendo lavabile, è più pratica. L'unica fregatura è che ovviamente è rettangolare, ma volendo si può ritagliare per prendere la forma degli stampi da forno. La consistenza è comunque molto leggera, sembra poco più spessa della carta da forno tradizionale. Chi non ha bisogno di queste cose in cucina?!?!
Meno fantasioso, ma comunque pratico è il contenitore ermetico a tenuta stagna, o quasi. Avendo la pessima abitudine di cacciare tutto in borsa è proprio quello che mi serve per evitare la tracimazione del condimento dell'insalata o del riso dal luogo d'origine al resto della fauna che vive all'interno della borsa: chiavi, occhiali, libri, agenda, iPod...disastro! Questo contenitore l'avevo già comprato (Esselunga, offerta, tutto come d'abitudine) e poi perso, quindi l'ho preso nuovamente e volentieri, funziona in modo egregio.
L'assortimento presente in negozio è molto interessante: coppapasta, pennelli, forme in silicone per muffin, stampi per crostate, di tutto un po' e scontatissimo!

Gli altri acquisti risalgono invece a sabato quando con Giuly siamo state in un negozio di the a Milano. Mi riservo di parlare più in là in dettaglio dei singoli the e infusioni che abbiamo comprato (una decina tra tutte e due), ma nel frattempo vi segnalo il negozio per chi magari avesse in programma una scappata a Milano prossimamente.

Il negozio dove siamo state si chiama La Teiera Eclettica e si trova in Piazzale Bacone 2. Dista un paio di minuti a piedi dalla fermata della Metro di Lima ed una mezz'ora dal Duomo (passeggiando per Corso Buenos Aires e Corso Venezia).
Avrà almeno un'ottantina di the: neri indiani e di altre provenienze, miscele di neri, verdi cinesi e di altre provenienze, miscele di verdi, oolong, rooibos, pu-erh, affumicati, bianchi ed infusi, ce n'è davvero per tutti! Cliccando sulle varie tipologie aprirete direttamente la pagina del sito con le informazioni su ciascun tipo di the, il che è molto utile per poter arrivare in negozio con qualche idea.
Io e Giuly non ci siamo accorte di queste pagine web, ovviamente, e quindi per evitare di far aprire alla proprietaria tutti i contenitori di the per poter dare un'annusatina ci siamo limitate a testare quelli che così, solo dal nome, ci sembravano interessanti o quelli che la titolare ci consigliava, avendo individuato a grandi linee i nostri gusti.

Oltre ai the sfusi qui si trovano una serie di accessori: tazze, tisaniere, teiere, scatole di latta e di cartone, filtri e filtrini! Tutto quello che può essere utile per comporre un pacco regalo per una persona appassionata di the (si, arrivo un po' tardi per il Natale, ma ci sono sempre i compleanni...) o per i più pigri ci sono già dei set con delle belle scatole, tra l'altro! Insomma, difficile uscire di qui senza aver comprato qualcosa.
Inoltre ci sono prodotti per e a base di the: biscotti per accompagnare il the delle cinque, gelatine al the, cristalli di zucchero e via di seguito. Un'esperienza a tutto tondo.
E per completare il tutto non solo si vende, ma si organizzano anche incontri a tema...non solo istruzioni per la corretta preparazione, ma molte altre tematiche che vi invito a consultare sul sito nella sezione Eventi.
Io non c'ho più l'età per fare vita mondana, ma per chi è di Milano o non ha problemi a spostarsi (per me al mattino è sempre troppo presto e alla sera è sempre troppo tardi...e il pomeriggio ho solo voglia di ciondolare...) credo possa essere una bella esperienza.

Su La Teiera Eclettica tornerò più in là quando avrò esaurito le degustazioni di tutto quanto comprato. Per ora ho provato un the nero al mango ed uno all'arancia amara, niente male!

Uh, ultima cosa. I prezzi.
Qui ho avuto la possibilità di comprare anche solo 50 gr anziché il canonico etto, il che è stato cosa buona e giusta in quanto ho potuto permettermi quattro the diversi. In realtà non è molto caro: ho pagato le mie confezioni dai 2,30 ai 3,30 Euro, in base al tipo di the scelto (ho preso oltre a quelli indicati sopra un infuso fragola-arancia ed un the russo agli agrumi). Rispetto a Sweet Irene di Bergamo, dove vado di solito (che è comunque tutta un'altra cosa, è un bar sui generis con rivendita di the) costano leggermente meno visto che lì li pago generalmente 6 Euro per etto.
E se fate il conto di quanto costa una confezione di the in bustina (saranno sui 50 gr) beh, la cifra non è poi così diversa, con tanti vantaggi in più.
Poter scegliere tra tante miscele e the diversi; poter dosare a proprio piacimento la quantità di the da utilizzare; occupare meno spazio; produrre meno rifiuti; avere allo stesso prezzo una qualità maggiore.
La bustina è comoda, ma io a sto punto la relegherei alle situazioni di emergenza :-)

Per la cronaca, né Tescoma né La Teiera Eclettica mi hanno allungato la mancia per far sì che io spendessi buone parole per loro. Però son sempre pronta a ricevere omaggi :-P


lunedì 7 febbraio 2011

Panini alla Frutta Secca

Dopo la marmellata in bilico sulla ringhiera del terrazzo oggi abbiamo il panino alla frutta secca che invece troneggia sulla fotocopiatrice ;-)

Ieri ho preparato la pasta di pane per fare la pizza, ma visto che Matteo per un paio di giorni sarà via ho preferito non utilizzare tutta la pasta a disposizione, ma destinarne un po' per altri scopi. In realtà poi alla fine è venuta tanta pizza uguale...avrei potuto far più panini, in effetti.

Per darvi l'idea delle dimensioni, ho cotto i panini in uno stampo da 12 muffin, in modo che tenessero meglio la forma, mettendo all'interno di ogni spazio una pallina di pane che occupasse i 2/3 della forma.

Non ho la più pallida idea di quanti ne vengano utilizzando tutta la pasta, io ne ho fatti quattro, credo che a pieno regime ne vengano almeno una quindicina.
Ne ho fatte due versioni: quella con la frutta secca e quelli salati con erbe provenzali e capperi tritati. Visto che l'aggiungere gli ingredienti nella prima fase di lavorazione rende più facile il lavoro (se messa dopo la frutta secca tende a sgusciare via da tutte le parti) meglio separare fin dalle prime mescolate i due impasti.

Ho preferito mantenere la pasta di pane salata e non aggiungere zucchero, mi piace il contrasto tra la dolcezza della frutta ed il sapore salato della mollica.
Per tre panini ho usato due albicocche secche, un cucchiaio di uvetta (fatti entrambi rinvenire in acqua calda per 15 minuti) ed un cucchiaio di pinoli, ma anche noci e fichi secchi ci starebbero bene.
Per rendere la superficie così colorata, e per dare un tono di dolce, ho spennellato la superficie del panino con miele di castagno, allungato leggermente con pochissima acqua per renderlo più scorrevole.

La versione salata prevedeva invece un cucchiaino di trito di capperi e un pizzico di erbe provenzali. Ma che dire di parmigiano e olive nere? peperoni e scamorza? pecorino e menta?
Insomma, la pasta di suo sta insieme da sola, poi si può aggiungere a proprio piacimento quello che più piace!
In questo caso ho sostituito il miele con poco olio e decorato la superficie con pepe nero macinato fresco.

In forno per circa 10 minuti a 250°.

INGREDIENTI per la pasta di pane
500 gr farina 00 o manitoba
300 ml acqua o latte
un cucchiaio di olio
due cucchiaini di sale
una bustina di lievito secco

Amalgamare gli ingredienti, quando l'impasto inizia ad essere sì appiccicaticcio, ma già gestibile, iniziare a lavorarlo a mano sul piano di lavoro infarinato.
Secondo la mia esperienza è meglio aggiungere gli altri ingredienti quando è ancora nella fase dell'appiccicaticcio, in modo che durante la lavorazione vengano ben inglobati nell'impasto.
Lasciar riposare in un posto tiepido, coperto con uno straccio umido, per circa un'ora. Una volta gonfiato, lavorare nuovamente l'impasto, formare i panini e mettere ciascuna pallina di pane nella teglia dei muffin e proseguire la lievitazione per ancora 30 minuti.
Spennellare e cuocere in forno come indicato sopra.