lunedì 30 novembre 2009

Cotolette di mozzarella



C'era una fidanzata di mio nonno, Gesuina, che sapeva fare solo due piatti: o il risotto coi funghi (bleah) oppure la mozzarella in carrozza. Quest'ultima, poi, la serviva così...senza contorno, senza altro piatto. Oddio, volendo ben vedere un contorno ce lo aveva...il suo stesso unto.

Però ammetto che è una cosa che mi ha sempre solleticato, una volta (orrore!) ho persino comprato le Giravolte Kraft, quelle specie di fette di formaggio non meglio identificato che alla fine ti rimangono qui. Insomma, nemmeno l'esperienza industriale è stata un successone.

Quindi quando mi sono accinta a preparare queste cotolette di mozzarella, che sono in realtà meno complicate della mozzarella in carrozza, ma più simili alle Giravolte, qualche dubbio ce l'avevo.
Il primo era che mi andasse mozzarella per tutta la padella.
Il secondo, che sapesse troppo di fritto.
Il terzo, che non sapesse, invece, di nulla.
Il quarto, che fossero gommose come suole di scarpa.

Invece, nessun contrattempo! Il risultato è stato sia bello che buono, semplice da preparare ed anche insolito, poi mangiato con un'insalata è stato un modo diverso di servire le solite cose.
Visto che insalata e formaggio non sono sufficienti per sfamare Matteo, ho preparato anche delle patate al forno con erbe provenzali.
C'era tutto...carboidrati, proteine e verdura.

Secondo la mia esperienza i passaggi fondamentali sono due: comprare una mozzarella da pizza, ovvero poco acquosa, ed utilizzare di preferenza del pangrattato fatto in casa, che risulta più grosso rispetto a quello fino fino del negozio.

INGREDIENTI per due:
200 gr mozzarella
1 uovo
50 gr pangrattato

per accompagnare:
un cespo di lattuga
un cucchiaio abbondante di senape rustica
olio, sale

Tagliare la mozzarella a fette di circa (aspettate che vado a prendere la riga...) 1 cm. Io ho usato una Mozzarella di Seriate e mi son venute circa 5 fette.
Lasciarle sgocciolare per una decina di minuti e nel frattempo pulire l'insalata.
Una volta sgocciolate, asciugare le fette e passarle in un uovo sbattuto e poi nel pangrattato, premendo bene in modo che si formi una crosticina spessa.
Dopo questo primo giro, avendo avanzato sia dell'uovo che del pangrattato, ne ho fatto un secondo, appena prima di mettere le fette in padella.

Scaldare due cucchiai di olio in una padella larga a sufficienza per accogliere tutte le fette ed una volta ben scaldato l'olio adagiarci le cotolette.
Dopo circa un minuto girare le fettine, in modo che anche l'altro lato possa raccogliere un po' dell'olio usato.
Io le ho fatte cuocere circa 5 minuti a fuoco basso, per evitare di far bruciare il pangrattato e rendere morbido il ripieno.

Nel frattempo ho condito la lattuga con una salsa a base di olio di oliva, sale e un cucchiaio di senape rustica (quella con i semini dentro). Non ho aggiunto aceto perché la senape lo ha degnamente sostituito, quindi se non vi piace il tocco acido evitate questo condimento! Che io invece trovo azzeccatissimo con le cose fritte (vedi anni ed anni a mangiare patatine fritte spruzzate con il limone e piene di sale alla Festa de l'Unità).

Servire le cotolette di mozzarella caldissime, in modo che siano ancora dal cuore filante.

Rapidissimo e originale!

Ops, dimenticavo un trucchetto: se utilizzate la mozzarella già a temperatura ambiente avrà già perso più acqua e quindi il risultato dovrebbe essere migliore.




mercoledì 25 novembre 2009

Ricette base/2: le meringhe



Due miracoli in un giorno solo, domenica! Sono riuscita a sfornare le mie prime meringhe bianche e ad usare la sac à poche per dar loro una forma gradevole.
Addio mucchietti marroni, molto più simili alle boase delle mucche che a meringhe...
Benvenute spumiglie!!

Dalla foto sembrano tanto belle e lucide da non sembrare nemmeno già cotte! Come m'ha detto Vale, sembrano quasi quei gelati che escono dalle macchinette...ed invece...

Comunque, ho scoperto il trucco!
Forse non dovrei cantare vittoria senza aver provato a farle un'altra volta, ma credo che posso dirmi quasi sicura di aver trovato il sistema per cuocerle alla perfezione.

Sapete come le ho cotte? Le ho messe sul ripiano più in alto del forno, fatto andare al minimo e con la porta aperta per metà!
Altro che leggermente aperto...mezzo spalancato!
E pure per tre ore!!
Alla fine in casa c'era un caldo africano.
Quindi evitate di farle in estate, e se le fate in questa stagione, chiudete pure un poco il calorifero per sfruttare tutto il caldo del forno.

INGREDIENTI
quattro albumi
quattro cucchiai zucchero
sale

Montare gli albumi a neve ben ferma, aggiungendo un pizzico di sale. Unire lo zucchero semolato, continuando a mescolare.
Una volta formata una spuma consistente, trasferirla in parte nella sac à poche, in questo caso con la punta a stella, e creare delle spumiglie su un pezzo di carta da forno, con cui si sarà foderata una teglia. Ammetto che è stato piuttosto semplice...era la prima volta che usavo la sac à poche nuova, quella comprata all'Ikea e mi son trovata bene, era resistente e facile da pulire, dopo.
Una volta esaurita la meringa, passare alla cottura.
L'ideale sarebbe un forno a 70-80 gradi, in modo che la meringa possa asciugarsi senza far caramellare lo zucchero, ma visto che per il mio forno a gas non è possibile avere temperature così basse, io ho optato per la soluzione di cui sopra.
Forno al minimo, porta aperta e tanta pazienza.

Una volta raffreddate erano davvero croccanti, tuttavia mi pare che patiscano l'umidità.
Ora che sono riuscita a farle bianche, qualcuno mi può suggerire un trucchetto per conservarle asciutte?

Volendo presentarle in modo diverso, si possono immergere parzialmente in glassa di cioccolato, oppure montare della panna non zuccherata, sbriciolarci dentro la meringa e completare con una spolverata di cacao amaro.
O creare dei minisandwich con panna e meringhe.

martedì 24 novembre 2009

Risotto con taleggio e rucola


Ieri ho fatto la zia...ho accompagnato Paola e Maddalena dal pediatra, in modo da poter godere anche io delle urla poderose che l'esserino tutto in rosa di Paola riesce a produrre al solo appoggiare il sedere sul lettino del medico!
Quindi, tra una lacrima ed un urlo, sono arrivata a casa alle 19 e di Matteo non c'era ancora traccia.
Volendo avrei potuto mettermi ai fornelli e preparare qualcosa di più elaborato, ma 1) il frigo era mezzo vuoto (Matteo questa settimana è via e quindi è inutile comprare tonnellate di cibo) 2) visto che non avevo nausee (evvai!!) avevo voglia di cucinare un piatto davvero semplice, ma che a me piace tantissimo: un risotto con taleggio e rucola!

La rucola che ho usato è quella che mia mamma sta coltivando in serra e devo ammettere che, purtroppo, ha un gusto molto più blando, o delicato (a seconda che siate pro o contro la rucola) di quella selvatica che cresce all'aperto in giardino.
Quindi alla fine non si è sentita molto...ma andava bene così. Ho mangiato con vero gusto e non escludo un bis, visto che questa settimana sono a casa da sola e quindi c'è anche anarchia alimentare!

INGREDIENTI per due
200 gr riso carnaroli
100 gr taleggio grasso
un mazzetto di rucola
mezzo scalogno
un bicchiere di vino bianco
olio, pepe

La prima cosa da far presente è che non utilizzo il dado per fare il risotto...al posto del brodo uso l'acqua calda, eventualmente facendo un soffritto più ricco nel caso di risotti poco saporiti.
Il pensare a che cosa sta dentro al dado mi fa passare la poesia e non ho alcuna intenzione di comprare il Bimby per vantarmi del fatto che mi faccio il dado in casa. Non lo uso e non ne sento la mancanza!
Dopo questa premessa salutistica (che fa a cazzotti con taleggio grasso e soffritto, lo so), passiamo alla ricetta.
Tritare lo scalogno (e volendo anche un pezzetto di carota e di sedano) e farlo imbiondire in un cucchiaio di olio, in una pentola adatta per i risotti (io a volte, però, ne uso anche una bassa, tipo wok).
Aggiungere metà della rucola tagliata alla buona, far appassire ed aggiungere il riso.
Procedere nella cottura per circa un minuto, in modo che il riso perda quel suo aspetto opaco e diventi lucido, dopo di che aggiungere un bicchiere di vino bianco.
Mescolare, ed una volta evaporato il vino aggiungere poco alla volta l'acqua.
Proseguire in questo modo per circa 14 minuti (a seconda della tipologia di riso), regolando di sale, visto che l'acqua, a differenza del brodo, non è ovviamente salata.
Quando il riso è quasi cotto spegnere, aggiungere il taleggio a pezzi e la rimanente rucola e coprire con un coperchio.
Lasciar riposare un minuto, in modo che il formaggio si sciolga bene, mescolare, aggiungere un giro di olio a crudo ed una macinata di pepe e servire.

Buonissimo!

Ovviamente per questo tipo di preparazione è consigliato utilizzare un taleggio bello grasso, quindi no cose sul genere quartirolo o robioline...
Basta prendere il taleggio confezionato e schiacciarlo: se è morbido va bene, se rimane duro, no. Non è ancora maturo per questo risotto.

lunedì 23 novembre 2009

Tagliatelle allo zafferano con zucchine e acciughe


Tra una nausea ed un mal di testa, questo fine settimana son riuscita non solo ad andare in Ticino a fare acquisti in previsione della preparazione dei tradizionali biscottini natalizi, ma anche a preparare qualcosa di nuovo per il blog (e, di riflesso, per Matteo). Tagliatelle gialle, meringhe e bicchierini di crema bicolore (cioccolato e crema pasticcera al rum).

Volevo preparare un post con qualche ricetta base, e non solo, della pasta fresca, quindi, tanto per non pubblicare cose non sperimentate, ieri sera ho fatto delle tagliatelle fresche aromatizzate con zafferano, condite con zucchine a striscioline ed acciughe.

Prima che potessi cuocerle ho iniziato a sentirmi male (ancora...) e quindi ho delegato la cottura a Matteo. Io le ho mangiate oggi a pranzo e ho trovato la pasta un poco duretta...immagino lui ieri sera! Ma avendo già fatto altre volte questa pasta so che il problema non stava nell'ingrediente, ma nella cottura...

INGREDIENTI per due
200 gr farina 00
mezza bustina di zafferano
2 uova
un cucchiaio di acqua
un cucchiaio di olio

due zucchine
5-6 acciughe o alici sottolio
mezzo scalogno/cipollotto

Preparare la pasta fresca come d'abitudine, aggiungendo lo zafferano sciolto in un cucchiaio di acqua tiepida. Fare, dunque, una fontana con la farina, mettendo al centro le due uova, lo zafferano sciolto ed un cucchiaio di olio extravergine di oliva. Io preferisco non salare la pasta, utilizzando il sale solo nell'acqua di cottura.
Lavorare in modo energico, impastando con cura. Se anche il colore dello zafferano non dovesse essere omogeneo non è un problema: quando si passerà la pasta nella macchina per stenderla diventerà tutta dello stesso colore.
Avvolgere la palla di pasta nella pellicola e lasciarla riposare.

Nel frattempo preparare il condimento. Tagliare le zucchine a metà e poi a bastoncini (non proprio a julienne, un poco più grossi), affettare il cipollotto o lo scalogno.
In una padella ampia, in cui a fine cottura verrà versata anche la pasta, scaldare uno o due cucchiai di olio, aggiungere il cipollotto/scalogno e le alici/acciughe a pezzetti, cercando di farle scioglierle mescolandol all'olio caldo. Versare le zucchine e proseguire la cottura a fuoco vivace, in modo che non si stufino, ma rimangano ben in forma. Dopo una decina di minuti dovrebbero essere pronte.

Stendere la pasta con il mattarello o, meglio ancora, con la macchina della pasta, passando la pasta più e più volte con gli spessori più grossi. In questo modo la pasta diventa più elastica e non si rompe.
Io ho deciso di fare le tagliatelle più spesse del solito e quindi le ho tagliate quando mancavano tre tacche allo spessore più sottile.
Cuocerle in abbondante acqua salata, scolarle e versarle nella padella con le zucchine.
Far saltare pasta e verdure qualche secondo, aggiungere un poco di olio crudo ed una macinata di pepe.

Questa pasta, avendo una buona quantità di uova, non scuoce con facilità, ma se si opta per un impasto con ingredienti diversi vi consiglio di assaggiarla con una certa frequenza.
La pasta fresca stracotta è davvero tremenda, ve lo assicuro! (Zia Maria docet)




mercoledì 18 novembre 2009

Gnocchetti di zucchina


Ieri sera ho preparato questi deliziosi gnocchetti a base di zucchine...davvero ottimi, ma grazie alla Metformina che sto prendendo (e alla conseguente nausea...) preferisco non pensarci troppo, e passare direttamente alla ricetta.

Vi fornisco comunque due consigli per rendere la preparazione più semplice:
- avendone la possibilità, preparare l'impasto il giorno prima in modo che si asciughi un poco;
- per dare la forma allo gnocco io ho utilizzato una sac à poche senza bocchetta...mano a mano che usciva l'impasto lo tagliavo con una forbice. In alternativa potete pure farli al cucchiaio, prelevando parte dell'impasto ed immergendo il cucchiaio nell'acqua di cottura (l'impasto si staccherà da solo).

INGREDIENTI per due
700 gr zucchine
mezzo scalogno o cipolla
150 gr farina
1 uovo
50 gr parmigiano

per condire:
una zucchina
una confezione di sgombro sott'olio

Scaldare in una padella due cucchiai di olio ed aggiungere le zucchine, lavate e tagliate a piccoli pezzi, proseguendo la cottura fino a quando risulteranno morbide.
Una volta cotte, trasferirle in una ciotola, schiacciarle con una forchetta (in alternativa, frullarle con il minipimer) ed aggiungere uovo, farina e parmigiano o grana grttuggiato.
Regolare di sale.

Tagliare a pezzetti la zucchina, cuocerla a fuoco vivace con olio e cipolla o scalogno, regolando di sale e pepe.

Cuocere gli gnocchetti in abbondante acqua leggermente salata, visto che l'impasto stesso è già saporito, procedendo come spiegato all'inizio (sac à poche o cucchiaio).
Una volta affiorati in superficie scolarli, e trasferirli in una pirofila in cui saranno già stati versati lo sgombro a pezzetti e le zucchine trifolate.
Mescolare, aggiungere qualche foglia di basilico, un giro di olio a crudo e servire.

Il tempo di cottura degli gnocchi è davvero rapido, il più è preparare l'impasto, ma come detto, basta organizzarsi il giorno prima!
Le dosi erano teoricamente per quattro, ma ci abbiamo mangiato in due...qui qualcuno ha un problema...!

martedì 17 novembre 2009

Sachertorte



Domenica sono venuti in visita pastorale i suoceri e, visto che non ho il pollice verde (la suocera, appena varcata la soglia, di solito già controlla il grado di umidità della pianta che mi ha regalato...), non stiro, praticamente non lavo e in casa sfoggio un disordine creativo, per distogliere l'attenzione da questi contro ho deciso di puntare su un pro.
Ho preparato una bella torta, da assaggiare accompagnata da un tea o un caffè, in modo che almeno, nella loro testa, potesse balenare un pensiero sul genere "però in fondo è tanto brava in cucina".

In effetti ammetto che tra il passare la giornata in cucina a preparare una cena coi fiocchi per dieci persone e svuotare la lavastoviglie o passare l'aspirapolvere, beh, la prima occupazione la vince e di larga misura...

La suocera non è che sia proprio ferrata in cucina, è sul genere (Matteo non me ne voglia...) pasta surgelata, crostata alla marmellata del supermercato e Bon Roll. Quindi non sono nemmeno sicura che capisca fino in fondo la bontà dei miei piatti...
Ma nella sua testa l'equivalenza fatto in casa=sbattimento è sempre viva ed io punto su quella.

Era da un po' che non preparavo una Sacher, o una simil Sacher, visto che sulla ricetta originale c'è sempre confusione. La mia ricetta è tratta da un libricino di ricette delle Dolomiti. Che poi sia simile a quella servita nell'Hotel Sacher di Vienna o sia la sorella povera, poco importa.
Basta che sia buonissima, semplicissima, apprezzatissima!

L'unica cosa in cui, volutamente, mi discosto è la marmellata da usare come ripieno. Per me quella all'albicocca è davvero troppo dolce e quindi opto sempre per marmellate meno zuccherine e che creino un contrasto di sapori: le mie preferite sono arance amare dell'Esselunga oppure quella di lamponi fatta in casa.
Provate, non ve ne pentirete!

INGREDIENTI
150 gr burro
150 gr cioccolato fondente
150 gr zucchero
150 gr farina
5 uova
1 cucchiaino lievito per dolci

mezzo vasetto di marmellata (albicocca, arance amare, lamponi)
una confezione di glassa al cioccolato

Far sciogliere in un pentolino il burro ed aggiungere il cioccolato a pezzetti, mescolando fino al completo scioglimento di quest'ultimo. Unire metà circa dello zucchero semolato e cinque tuorli, tenendo da parte gli albumi.
In una ciotola capiente montare gli albumi, con un pizzico di sale e, una volta a neve, lo zucchero rimanente.
Aggiungere la meringa così ottenuta all'impasto di burro e cioccolato, mescolando con cura. Se proprio avete fretta fate il contrario, ovvero versate la crema di cioccolato e burro nella ciotola in cui si trova la meringa ed utilizzate le fruste già usate per montare gli albumi per amalgamare gli ingredienti. Lo fatto questa volta e non mi pare che la torta sia risultata meno soffice.

Unire anche la farina e il cucchiaino di lievito per dolci, che nella ricetta originale non c'è, ma che io metto perché rende la torta meno umida.

Trasferire il composto in una tortiera con stampo a cerniera di circa 24 cm di diametro, cuocere in forno già caldo a 180° per circa 40-50 minuti (verificare sempre la cottura con uno stecchino da infilzare nel mezzo della torta).

Una volta cotta, lasciarla riposare e poi aprire lo stampo a cerniera. Utilizzando lo stampo di queste dimensioni la torta non cresce molto di lato, quindi io mi limito a mettere un pezzo di carta da forno per foderare la base (senza quindi imburrarla ed infarinarla) e nulla ai lati. Si stacca sempre in modo agevole.

Quando la torta è tiepida tagliarla a metà creando due dischi. Utilizzare un coltello seghettato abbastanza lungo, in modo che si riesca a fare un taglio preciso, e poi aiutarsi con questo per sollevare e spostare il pezzo superiore.
Spalmare la marmellata sul disco inferiore, abbondando pure (verrà in parte assorbita dalla pasta della torta) e rimettere anche il pezzo superiore.
In una pentola scaldare dell'acqua e mettere la bustina con la glassa in immersione, fino a quando il contenuto sia ben sciolto.
Aprire la confezione e versare la glassa, ora liquida, sulla sommità della torta, aiutandosi con un coltello a sega liscia o con una spatola a spandere la glassa sulla superficie e sui bordi.

La glassa tende a solidificare in pochi minuti, tuttavia questo è un passaggio abbastanza agevole e ce n'è a sufficienza per tutta la torta.

Lasciare che la glassa diventi ben dura e poi togliere la parte in eccesso (generalmente quella che cola sui lati). Non toccarla, altrimenti rimangono impresse le impronte digitali.

La torta acquista maggior sapore se mangiata il giorno dopo, mi pare che i gusti riescano a trovare il loro perfetto equilibrio.
Volendo strafare, la si può accompagnare con panna montata fresca non zuccherata.



lunedì 16 novembre 2009

Triangolini di scarola e patate


Già settimana scorsa avevo comprato la scarola per fare i ravioli, e poi aveva fatto un'altra fine, ma questa volta sono stata tempestiva: comprata a pranzo, mangiata per cena!

Fare i ravioli mi dà sempre grande soddisfazione, anche se pure stavolta mi si sono attaccati, nonostante io li abbia annegati nella farina....qualcuno mi sa dire come li si fa seccare!?!??!? Li devo mettere nel freezer appena fatti? li devo appendere per un angolo in modo che la parte dove si trova in ripieno non sia a contatto con nulla? li devo asciugare col phon?!??

Quindi il mio primo consiglio è: fateli e cuoceteli subito, non teneteli da parte per il giorno dopo a meno che non abbiate scoperto il trucco di cui sopra!

Questa volta ho deciso di preparare la pasta secondo la ricetta originale, quindi non la classica pasta all'uovo, ma una con un solo uovo.
Probabilmente ho l'abitudine di farcire troppo i ravioli, per cui il ripieno che avevo preparato mi è bastato per preparare solo tre porzioni e quindi ho riciclato la pasta avanzata facendoci dei tagliolini che ho condito con il pesto di mia mamma il giorno dopo.

A differenza delle altre volte, nessun raviolo si è aperto durante la cottura (miracolo!!) e sono pure riuscita a farli saltare in padella senza fare danni!
Ricetta promossa a pieni voti!

INGREDIENTI per tre
per la pasta:
300 gr farina
1 uovo
5 cucchiai acqua
1 cucchiaio olio

per il ripieno:
1 cespo di scarola
2 patate medie
150 gr ricotta
un cucchiaio capperi sotto sale
3/4 di scalogno

per il condimento:
mezza scarola
1/4 di scalogno
un cucchiaio parmigiano
un cucchiaio pinoli

Preparare la pasta per i ravioli amalgamando la farina con un uovo, l'acqua tiepida e l'olio. Se dovesse risultare poco lavorabile, aggiungere ancora poca acqua, impastandola in modo energico. L'ho trovata più complicata della normale pasta all'uovo, ma correggendo poco alla volta il contenuto di acqua migliora...una volta pronta, poi, va avvolta nella pellicola e fatta riposare una mezz'ora a temperatura ambiente. Dopo questo passaggio diventa indubbiamente più morbida.

Nel frattempo preparare il ripieno: soffriggere lo scalogno in un cucchiaio di olio, aggiungere la scarola tagliata a striscioline, i capperi tritati (potete anche non lavarli e lasciarli con il sale, ricordandovi di non salare ulteriormente la scarola), coprire e far stufare.
Lessare le patate con la buccia, scolarle, pelarle e schiacciarle con una forchetta in una terrina. Aggiungere la ricotta e successivamente la scarola, avendo cura di scolarla, nel caso in cui risultasse ancora acquosa.
Mescolare e regolare di sale.

Stendere la pasta utilizzando la macchina per la pasta. Questo perché i ravioli devono essere fatti con la pasta molto sottile, spessore che difficilmente si raggiunge utilizzando il solo mattarello. La pasta va passata più e più volte, soprattutto negli spessori maggiori: in questo diventa più uniforme ed elastica. Mano a mano che si procede verso gli spessori più sottili si può ridurre il passaggio ad uno solo. Lavorate la pasta poco alla volta (prendendone un terzo e lasciando il resto nella pellicola) in modo che si secchi il meno possibile.

Creare dei quadrati di circa 10 cm di lato oppure, utilizzando la macchinetta, prendere come unità di misura la larghezza della pasta così come esce una volta stesa. Fortuna ha voluto che la larghezza della pasta fosse analoga alla lunghezza del mio coltello, quindi mi è stato semplice tagliare dei quadrati!
La forma è importante solo nel caso in cui si voglia dare la forma del triangolo...in caso contrario regolatevi come siete abituati.

Una volta ottenuti i quadrati, mettere al centro un cucchiaino di ripieno, inumidire con poca acqua due lati del quadrato e ripiegare la pasta per formare un triangolo. L'acqua sui bordi renderà più agevole il chiudere e sigillare la pasta del raviolo.

Prendere della carta da forno o un vassoio, spolverare con abbondante farina ed adagiarvi i ravioli, mano a mano che li preparate.

Preparare il condimento facendo saltare in padella scalogno, pinoli, scarola e pinoli.

Cuocere i ravioli in abbondante acqua salata (la pasta, infatti, è insipida), scolarli e farli saltare un minuto nella pentola con il condimento.
La pasta, essendo sottile, cuoce in pochi minuti. Io generalmente tengo d'occhio un raviolo dalla forma diversa (magari uno degli ultimi in cui la pasta o il ripieno scarseggia...o uno dei primi, che non sono venuti proprio da copione) e utilizzo questo per capire quando la pasta è cotta.
Lo scolo e ne taglio un angolino di sola pasta, per capire a che punto siamo!

Sembra molto laboriosa, in realtà è un piatto che si riesce a preparare in un'ora circa (e non è che io con la pasta ripiena sia proprio una scheggia!).

Buon appetito e buon inizio settimana...a domani con la Torta Sacher!

venerdì 13 novembre 2009

Gratin di Patate


Ormai caloriferi e caminetto vanno a pieno regime, ma è comunque piacevole, in questa stagione, preparare dei piatti al forno...scaldano l'ambiente e sono anche pratici, perché una volta infornati e impostato il timer ci si può anche dimenticare di loro!

Stranamente a casa mangiamo pochissime patate, mi ci devo proprio applicare per prepararle, nonostante siano sempre a disposizione, visto che i miei da qualche anno le hanno anche piantate nel nostro orto. Non so come mai, eppure mi piacciono...forse perché son lunghe da preparare?

Questo gratin, invece, si prepara in pochissimo tempo e non necessita di alcuna manutenzione in fase di cottura! Mentre lui cuoce ci si può dedicare al resto della cena, o del pranzo, sicuri di avere, al termine, un ottimo contorno!
In questa versione arricchita ho deciso di aggiungerci dell'Emmentaler grattuggiato, ma ammetto di non essere rimasta troppo soddisfatta dell'abbinamento, quindi mi sento di consigliare qualche formaggio più brioso, come il Gruyere o lo Sbrinz, sempre per rimanere in tema svizzero.

INGREDIENTI per quattro
4-5 patate grosse
200 gr gruyere o sbrinz
2 uova
200 ml panna
100 ml latte
noce moscata, sale, pepe

Lavare e pelare le patate, tagliandole a fette di medio spessore. Io per avere le fette tutte uguali uso l'affettatrice per verdure regolata sullo spessore intermedio, ma di certo chi ha una manualità migliore della mia non avrà problemi in questo passaggio!
Disporre le patate su una pirofila, sovrapponendole in vari strati fino all'esaurimento della verdura.
Sbattere le uova, aggiungere panna e latte, il formaggio grattuggiato e le spezie, regolando infine di sale. Consiglio di preparare questa crema piuttosto saporita perché le patate prenderanno il gusto proprio da questa e c'è il rischio che l'intera preparazione, alla fine, risulti troppo delicata. Io, poi, quando si tratta di patate ci do dentro col sale!
Versare la crema sulle patate, completare con una spolverata di formaggio ed infornare a 200° per 50 minuti.

I tempi di cottura dipendono sostanzialmente dallo spessore delle patate, in ogni caso è abbastanza facile verificare semplicemente controllando con una forchetta le fette di patata del primo strato. A cottura ultimata gran parte del liquido sarà stata assorbita e rimarrà giusto una specie di crema a far da contorno al gratin.

P.S. Che ne dite, va meglio con la foto in prima battuta e la ricetta dopo?

giovedì 12 novembre 2009

Vellutata di Scarola e Patate...con uno spruzzo di Limone!

Visto che stamattina mi son già dilungata in chiacchiere, passo veloce alla ricetta di oggi (che sarebbe quella di ieri, visto che è stato il mio pranzo!).

In questo periodo ho qualche problema alimentare, qualunque cosa metta in bocca mi viene in linea di massima la nausea, oppure non lo digerisco. Cerco di orientarmi quindi verso piatti semplici e leggeri, che mi vada di mangiare.
Al Libraccio ho trovato, tra l'altro, vari volumi della Enciclopedia della Cucina Italiana, quelli che si trovavano in vendita all'edicola qualche tempo fa, in abbinamento a varie riviste o quotidiani, a soli 3 Euro. Vero che non rispettano i requisiti che io cerco in un libro di cucina, ovvero una foto per ogni piatto, ma visto il prezzo ne ho presi comunque due (quello sul riso e quello su gnocchi, minestre e polenta).

Ho deciso così di riciclare la scarola che avevo preso per fare i ravioli in una zuppa, prendendo spunto da una ricetta trovata su questo volume. Nel mio caso ho molto semplificato il tutto, visto che non avevo né cipolla né panna...

INGREDIENTI per due
un cespo di scarola
due patate
100 gr ricotta
limone
aglio, olio, sale e pepe

Mettere in una pentola adatta a fare una vellutata un cucchiaio di olio con uno spicchio d'aglio a fettine. Mentre l'aglio insaporisce l'olio (per il momento ancora freddo), lavare un cespo di scarola e tagliarlo grossolanamente. Non è necessario scolarlo visto che tanto andrà poi ad essere coperto di acqua!
Pelare le patate, tagliarle a tocchetti.
Far dorare l'aglio nell'olio, toglierlo dalla pentola ed aggiungere la verdura facendo insaporire qualche minuto. A questo punto aggiungere l'acqua (io ho messo circa due ciotoline Ikea, quelle che uso poi per servire le minestre), il sale grosso e proseguire la cottura.
Una volta cotte le patate, che tra le due verdure sono ovviamente quelle più lunghe da cuocere, aggiungere la ricotta e frullare il tutto col minipimer.
Completare con una spruzzata di limone (non si direbbe, ma ci sta benissimo!), olio a crudo e pepe.

Meglio mangiarla il giorno stesso perché poi tende a diventare amarognola.

Cosa prevedeva la ricetta base?
Un soffritto con cipolla infarinata, scarola e patate nella stessa quantità e 3 dl di panna da cucina. Se avrò l'occasione proverò anche questa variante e vediamo se la mia, più leggera, è anche meno buona ;-)